Sguardo Tagliente
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verison
Uno dei personaggi che certamente hanno segnato la storia del Beleriand, soprattutto
negativamente è Maeglin, figlio di Eöl. Il padre era uno
Scuro Sindar, un abile fabbro, che aveva preso in moglie Aredhel, la
bellissima sorella di Sire Turgon. Il nome Maeglin,<<Sguardo Tagliente>>, gli
venne attribuito dal padre all’età di dodici anni, vedendo che
gli occhi del piccolo erano molto più penetranti dei suoi e
intuendo che aveva doti eccellenti nello scovare nel cuore degli altri,
percependo emozioni e intenti. Mentre aveva ricevuto anche un nome
segreto dalla madre Aredhel, a cui era molto affezionato, ella lo
chiamò Lómion,
<<Nato dal Crepuscolo>>,
il che è del tutto legittimo poiché non a caso Eöl
si era trasferito nelle tenebre di Nan
Elmoth. Qui aveva potuto imparare le arti della metallurgia
e <<sovente di recava con
Eöl nelle città dei Nani[…]dove si mostrava bramoso di
imparare ciò che quelli gli insegnavano e soprattutto l’arte di
scoprire i filoni di metalli fra i monti>>(Silmarillion,pag
164,Edizione Bompiani) cosa che si rilevò molto
importante in seguito a Gondolin. Taciturno e solitario, tuttavia
quando apriva bocca si notava un potere capace di smuovere gli astanti
e di vincere i suoi oppositori, queste doti affiancavano quelle dei
Noldor, i consanguinei della madre, dei quali spesso si faceva narrare
le vicende quando il padre era lontano, poiché questi era
apertamente in contrasto con i Noldor
poiché li riteneva degli assassini: gente che aveva sterminato
il suo popolo. Maeglin, come la stirpe dei Noldor, spesso dimostrò il
suo impeto in battaglia e il suo carisma da principe, doti per le quali
avrà motivo di distinguersi in seguito. Ormai adulto, esplosero
in lui tutti i desideri che gli aveva trasmesso la madre con i suoi
ricordi del suo popolo, e certo non nascose la volontà di
recarsi a Gondolin. Una volta che il padre fu lontano egli prese
iniziativa e disse alla madre dei suoi propositi di abbandonare una
volta per tutte la tenebra di Nan
Elmoth, quindi le disse: <<Perché non ci mettiamo in cerca di
Gondolin?Tu sarai la mia guida e io la tua scorta>>.
Partirono cavalcando alla volta della Città Celata, incuranti
del fatto che il sospetto da tempo era nato nel cuore di Eöl che
si mise a seguirli furtivamente, con sempre più odio in cuore
per i Noldor e deciso a riportare a casa coloro che a suo modo amava.
Però una volta entrato a Gondolin
e ricevuto in modo degno dal sovrano Turgon manifestò tutta la
sua rabbia e poiché una volta entrato non poteva più
uscire dal Reame abbandonò la vita e scelse la morte, per se e
per Maeglin, che però si salvò a scapito della madre che
mori sotto il colpo di un giavellotto avvelenato. Da allora Maeglin
divenne ancora più cupo e nulla disse neppure di fonte al padre
che gli predisse la sua medesima morte e che poi fu lanciato dalle rupi
su cui posava la città nel baratro del Caragdûr. Asceso ai posti di
prestigio tra i Gondolindrim per la sua brama di conoscenza e per le
sue abilità, Maeglin non apriva il cuore a nessuno e pochi erano
in grado di comprendere il suo contorto spirito, eccezion fatta per
Idril, la figlia del Re. Egli in cuor suo la amava, ma comprendendo che
si trattava di un amore impossibile finalizzò tutto il suo genio
all’aumento del proprio potere personale; ma il male si stava generando
in lui. Dopo aver dimostrato grande fierezza nella Nirnaeth Arnoediad, dopo aver
assunto il comando di una delle più importanti tra le dodici
Casate di Gondolin, quella della Talpa. Una volta catturato da un
battaglione di orchi mentre passeggiava indifeso, venne trattò
in Angband e anche per odio
verso Tuor, che si era distinto nei confronti del Re e soprattutto di
sua figlia Idril, gli venne facile tradire per aver salva la vita,
commettendo uno dei gesti più nefasti di tutto il ciclo
tolkeniano. Quindi consegnò nelle mani del Nemico la
città, accettando anche di tornare in mezzo alla gente che lo
stimava per aiutare anche dall’interno l’esercito che sarebbe venuto a
sterminare tutti e a mettere in ginocchio un così potente reame.
Da questo punto in avanti si nota come questo grande personaggio si sia
definitivamente rivolto verso la malvagità, la stessa del padre
defunto. Quindi durante l’assedio si scontro con Tuor, il suo rivale,
che pretendeva indietro la moglie Idril e il piccolo Eärendil, che
Maeglin aveva con se. Lo scontro fu cruento e vide la funesta profezia
di Eöl avverarsi: Maeglin finì precipitando nel baratro e
il suo corpo battè tre volte contro le pareti prima di rovinare
nelle fiamme sottostanti. Si perdeva così un grande elfo, abile
in ogni arte sia bellica che tecnica, questi tuttavia venne turbato dal
volere del Fato, che su qualsiasi cosa decide.
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